E’ anche da noi fattibile il DX in HF ? (prima parte)

Questo provocante titolo nasce da una constatazione personale e da, purtroppo, anni di esperienza maturati in radio.. il purtroppo è in relazione alla età!
La domanda: siamo noi, abitanti delle vallate alpine, penalizzati rispetto ai colleghi il cui qth è situato in pianura, nella “caccia” al fatidico dx, special modo sulle bande alte HF o sui 6 metri?
Purtroppo la risposta è affermativa e questo si può mettere in relazioni a differenti cause.
Cerchiamo, nel limite della (mia) conoscenza di spiegarlo.
Come tutti ben sanno in un collegamento DX in HF sulle bande 10 – 6 metri, si dovrebbe sfruttare lo strato F2 dell’atmosfera, collocato in relazione alla stagione, tra i 320 – 500Km.

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La regione F è la più importante dal punto di vista delle comunicazioni HF perché in essa si raggiungono le massime concentrazioni di densità elettronica, essendo la più spessa e la più riflettiva.

Sappiamo inoltre che queste bande consentono ottimi QSO anche durante il periodo estivo, grazie alla ionizzazione dello strato inferiore E , entro un’area di 2500Km.
La cosiddetta “Propagazione da E-sporadico”.
Duranti questi periodi, sono possibili anche collegamenti a salti multipli (multihop ES). Elemento determinante durante questi fenomeni è che la riflessione dello strato E si verifica con bassissima perdita di segnale; ne conseguono quindi livelli di segnali eccezionalmente forti per tutta la durata del periodo fino a raggiungere frequenze collocate nelle VHF, 144 MHz.

Ritorniamo allo strato F2 ed alla nostra possibilità di effettuare qso su distanze relativamente alte. A parità di ionizzazione, supponendo che questo sia con una MUF (massima frequenza utilizzabile) pari alla nostra frequenza in uso, quello che interviene sul fattore DX è l’angolo di irradiazione dell’antenna.

Con angoli di irradiazione prossimi allo zero, la MUF effettiva può elevarsi al triplo o addirittura quintuplo del suo valore, rispetto ad una irradiazione verticale.
Quindi, quanto più piatto è l’angolo di radiazione del lobo principale dell’antenna, tanto più alta può essere la frequenza di esercizio. Lo svantaggio dell’angolo di irradiazione piatto, se possiamo chiamarlo cosi, sta in una zona d’ombra più o meno estesa attorno al trasmettitore, nella quale il nostro segnale non può essere ricevuto. Infatti il segnale che si propaga con un angolo piatto ritorna sulla superficie terrestre a distanza relativamente notevole dal suo punto di partenza, cosicché nella zona intercorrente qualsiasi tentativo di ricezione è per forza di cose perfettamente inutile se non entro l’orizzonte ottico delle onde con propagazione terrestri del trasmettitore.
Man mano che aumenta la frequenza con conseguente appiattimento dell’angolo d’irradiazione, la zona d’ombra si estende sempre di più e corrisponde pressappoco alla portata del salto. Se avvengono salti doppi o multipli, si formano ulteriori zone d’ombra tra i punti di riflessione sulla superficie terrestre.
Da come abbiamo descritto quindi si può notare che l’accorciamento della distanza DX è tanto più forte quanto più bassa è la frequenza utilizzata. Con l’orizzonte coperto per più di 6° risulta raro, si può dire impossibile, un DX sulle bande alte delle frequenze decametriche.
Per i collegamenti invece a “skip corto” i problemi diminuisco, però ovviamente diminuiscono notevolmente le possibilità per il DX.
Le gamme inferiori delle HF sono meno penalizzate a livello geografico.
I2BAT in un vecchio articolo di Radio Rivista e grazie a dei calcoli trigonometrici riferiva come il dx diventi proibitivo per le stazione che non hanno l’orizzonte ottico libero, andando oltre, fornisce dei limiti critici in base alla frequenza utilizzata.

3° per i 6 metri
6° per i 10 metri
8° per i 15 metri
15° per i 20 metri

A questo punto, come possiamo dedurre, chi è circondato da montagne con elevazione superiore a questi dati si può tranquillamente mettersi l’animo in pace e scordarsi di ottenere validi qso DX.
Per controllare la nostra situazione, possiamo munirci di una bussola contenente un indicatore in gradi di elevazione, esistono anche applicazioni per smartphone e controllare dal nostro qth la visibilità ottica.
Personalmente dal mio qth di Tesero ho potuta verificare che quello calcolato da I2BAT corrisponde, monitorando la gamma dei 6 metri anche in periodi di intensa attività solare.
Quando i colleghi della pianura riescono a collegare via F2 o TEP Sud Africa Namibia ecc.. con segnali oltre il 9, qui non arriva assolutamente nulla, avendo la visuale coperta dalla catena del Lagorai con elevazione di 16 gradi. Invece a ovest, avendo il qtf abbastanza aperto ho avuto modo di effettuare qso con centro America, Brasile,  anche con discreti segnali.
Quindi controllate bene la vostra visuale per trarne profitto utilizzando frequenze tanto più basse quanto sono vicine ed alte le vostre montagne.

Giuliano in3klq